Digital PR: Impara A Chiedere

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Cosa significa “chiedere” in una strategia di Digital PR?

Vediamo subito un esempio pratico.

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Questo è lo screenshot di una mail che mi ha inviato il caporedattore di un quotidiano nazionale qualche mese fa.

La mail che gli avevo mandato era questa:

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Una mail semplice, che invio sempre a ogni giornalista con cui entro in contatto su LinkedIn. Non sempre si ottiene una risposta, non sempre si trova dall’altra parte chi ha voglia di risponderci (anche solo con un “no”), ma fa parte del gioco. Quando accade, quando riceviamo una risposta positiva, però, si inizia a instaurare con il giornalista un rapporto di fiducia professionale. Lui/lei sarà consapevole che non abbiamo intenzione di inviare mail su mail, senza sapere se quel preciso argomento di cui stiamo parlando interessa davvero.

Parlando con un collega, mi sono sentita dire: “Ma questa è una perdita di tempo enorme“.

… Perdita o investimento?

Forse la seconda parola ha più senso in questo contesto.

Lo definisco investimento perché si tratta di un’azione che occupa pochi secondi di tempo, ma che rappresenta una dimostrazione di rispetto per il lavoro e per le competenze altrui. Non siamo macchine, in fondo, siamo professionisti e il rispetto di ciò che facciamo e del tempo che impieghiamo per farlo, è essenziale. Così come è essenziale dimostrarlo.

CHIEDI, CHIEDI, CHIEDI

Per questo, in una strategia di digital PR è importante CHIEDERE.

Non dobbiamo basare questa attività sulla velocità, dobbiamo fare in modo che si fondi su altre dinamiche e saper chiedere, saper essere “discreti”, rispettare gli altri e il loro lavoro, sono elementi importantissimi.

Le digital PR certamente saranno digital, ma la parola “Relazioni” ha un valore che supera il digitale. Si tratta di relazioni, appunto. Relazioni UMANE. E “creare relazioni”, in questo campo, non significa “fare gli amiconi” di giornalisti e blogger, ma significa collaborare con loro in modo professionale. Significa mandare a ognuno di loro esattamente i contenuti che gli/le interessano, significa inviare comunicazioni veritiere, supportate da numeri e da fatti reali, significa essere precisi e puntuali quando ci richiedono video e foto per integrare i loro articoli, significa impegnarsi “a stare dietro ai loro tempi”, significa fornire le risposte di un’intervista con qualche ora di anticipo rispetto alla data di scadenza, in modo da dare il tempo di effettuare delle revisioni. Queste sono le basi su cui dobbiamo fondare dei rapporti con i professionisti dei media, se lavoriamo in questo settore.

MA QUINDI, SCUSA, FARE IL DIGITAL PR SPECIALIST NON SIGNIFICA PASSARE ORE AL TELEFONO A CERCARE DI “VENDERE” I PROPRI COMUNICATI STAMPA?

Fare il digital pr specialist significa aiutare un’azienda a trovare le chiavi di comunicazione giuste per raccontare il proprio progetto, i propri prodotti, i propri servizi ai media.

Se crei un contenuto potenzialmente interessante per i media (senza mai ritoccare numeri, inventarli o “barare”) allora non ti servirà trascorrere ore al telefono per “vendere” ciò di cui stai parlando. Un approccio più leggero, più calmo, senza forzature, è il migliore. Non parlo sulla base di ipotesi, ma sulla base della mia esperienza personale.

Non ho mai chiamato un giornalista per coinvincerlo a pubblicare un pezzo su un mio cliente.

Non serve “essere amici” di quel giornalista per riuscire a ottenere una pubblicazione.

Come dicevamo prima, CHIEDI. Impara a chiedere al giornalista quali argomenti gli/le interessano. Impara a chiedere se ci sono delle sfumature che considera più importanti (ci sono giornalisti che prediligono numeri e dati, mentre altri che cercano storie da raccontare).

I primi servizi tv (su Rai 2) che ho ottenuto per i miei clienti sono nati semplicemente da una mail inviata a una giornalista che avevo contattato su LinkedIn, chiedendo le tematiche più interessanti per lei. Nessun contatto precedente, nessuna conoscenza, nessuno “amico in comune”. Il contenuto era risultato interessante ed è stato questo l’unico “aggancio”. Nessuna magia 🙂

[posso mandarvi gli screenshot dei primi contatti in privato, se mi scrivete a info@digitalpr.pro]

MA PER ESSERE PUBBLICATI BISOGNA PAGARE?!

Cosa possiamo fare se nonostante tutto non si riescono a raggiungere i media e i nostri contenuti vengono sempre ignorati?

Non è sbagliato seguire anche una strada di pubblicazioni a pagamento, ma gli articoli ottenuti in modo “organico” hanno un altro valore. Non è semplice, lo riconosco, e sono diversi i magazine che propongono queste soluzioni, per cercare di monetizzare, ma la prima strada, in una strategia di PR, dovrebbe essere quella di provare a ottenere delle pubblicazioni NON a pagamento.

Ed è questa la sfida più grande.

Ma non da punto di vista economico (ok, anche quello, ma non è il punto principale). Quando ci viene richiesto da un magazine se vogliamo pagare per avere una pubblicazione, un articolo, all’interno del proprio spazio, spesso significa che il contenuto che abbiamo proposto risulta troppo “pubblicitario”. La classica “marchetta”, per dirla breve.

Per evitare, quindi, di trovarci di fronte alla mail di risposta con un tariffario per le pubblicazioni, dobbiamo cercare di produrre contenuti che siano il più “informativi” possibile.

Raccontiamo il modo in cui risolviamo effettivamente una problematica, il modo in cui possiamo essere utili con i nostri prodotti e servizi, il modo in cui sta cambiando il mercato e il settore in cui operiamo. Facciamo lo sforzo di INFORMARE, senza “parlarci addosso”.

Quindi, se ci troviamo di fronte a troppi rifiuti, a “non risposte”, ecc, il mio consiglio è quello di riprendere in mano la comunicazione che abbiamo prodotto e modificarla, lavorarci ancora, cercare di renderla meno autoreferenziale, pensando sempre all’interesse del lettore.

E poi riproviamo a diffonderla, contattando altri media, altri giornalisti.

Spesso cambiando l’angolo di comunicazione si ottengono risultati molto diversi.


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RISORSE:

PDF GRATUITO: “Come contattare i giornalisti”: http://bit.ly/2HAuHY7

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Redazione

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