Dall’invio di un prodotto a un articolo su Corriere della Sera

articolo su corriere

Per le aziende che hanno sviluppato un prodotto, un modo per riuscire ad attirare l’attenzione dei media è quello di mettere il proprio prodotto a disposizione dei giornalisti, per permettere loro di testarlo e di provarlo.

Per fare questo, possiamo avanzare a ogni singolo giornalista selezionato, una semplice richiesta: “Potrebbe interessarti provare questo prodotto, che ti invierò come omaggio?” (ovviamente con un altro linguaggio e contestualizzando il tutto, ma è solo per portare un esempio ).

Questo messaggio, però, potrebbe non rappresentare la prima comunicazione che mandiamo al giornalista riguardo la nostra azienda, ma potrebbe rientrare in una dinamica di “richiamo” (ed è il metodo che suggerisco, perché è quello che ho provato in più casisistiche e che ha portato a ottenere maggiori risultati).

Vediamo, allora, insieme un esempio concreto riguardo due invii di prodotto che hanno portato all’ottenimento di due pubblicazioni (su Corriere e su Business Insider – entrambi online)

CASO STUDIO

Il 14 dicembre 2017 invio una serie di mail ai giornalisti, in cui racconto la storia di un’azienda italiana che produce occhiali anti luce blu (nowave).

Il testo della mail era questo:

“Buongiorno X,

segnalo la nascita di nowave, startup italiana che produce occhiali anti luce blu, fondendo design e attenzione alla cura degli occhi.

nowave, grazie agli occhiali che produce, si dimostra come una soluzione di design alle problematiche che derivano dall’esposizione prolungata alla luce blu: i loro occhiali Anti Luce Blu, UV (99%) e Anti riflesso HMC, infatti, bloccano le onde nocive donando immediato sollievo agli occhi.
In allegato trovi il comunicato stampa e alcune foto,
per qualsiasi informazione, sono qui a disposizione,
un saluto,
grazie mille per l’attenzione,
Jessica”
Da diversi giornalisti non avevo ricevuto alcuna risposta.
Le strade, a quel punto, erano due: o effettuare un follow up oppure contattare di nuovo il giornalista chiedendo la possibilità di inviargli/le un prodotto.
Il 3 gennaio 2018, dopo circa tre settimane dalla prima mail, invio questo testo:
“ciao X,
prima di tutto, Buon anno 🙂
Ti scrivo perché con la startup nowave (puoi leggere tutte le info nella mail qui di seguito che ti avevo inviato a dicembre) stiamo selezionando alcuni giornalisti a cui inviare in regalo gli occhiali antiluce blu.
Se ti fa piacere riceverli e se vuoi lasciarmi un indirizzo a cui possono spedire il prodotto, lo comunico subito ai responsabili.
Grazie mille per l’attenzione!
Jessica”
In questa mail, però, ho prestato particolare attenzione a un aspetto: al fatto di NON richiedere un articolo “in cambio”. Non ho avanzato richieste di pubblicazioni o di menzioni, mi sono limitata semplicemente a una richiesta: “può farti piacere ricevere questo prodotto?”.
In questo modo, l’approccio rimane molto tranquillo, senza pressioni (come dovrebbe essere sempre nel momento in cui si dialoga con un professionista dei media).
A questa mail ho ricevuto risposta il giorno stesso e il testo di risposta era:

“Grazie mille, mi hai dato un’idea e li sto già inserendo in un articolo su Corriere Innovazione.

L’indirizzo è…….
Grazie ancora e buon anno”
E, infatti, così è stato. L’articolo era già online il 3 gennaio su Corriere della Sera (Corriere Innovazione).
digital pr
Una dinamica simile è accaduta per Business Insider.
Anche in questo caso: primo contatto avvenuto a dicembre, secondo contatto avvenuto il 3 gennaio.
La risposta, però è arrivata qualche giorno dopo:

“Ciao Jessica, buon anno!

Grazie della mail, anche perché quella di dicembre mi era sfuggita. Può essere una cosa interessante da raccontare, possiamo provarli e vedere che effetto fanno: ne parlo in redazione. 

A presto”

E la mia risposta era stata:

“Perfetto! 

Intanto se vuoi darmi un indirizzo a cui posso inviarli te li faccio spedire già in settimana :)”
Di nuovo un “sì” a questa richiesta. Prodotto inviato e articolo pubblicato nei giorni successivi. 
comunicati stampa
 
In entrambi i casi, quindi, sono stati ottenute due pubblicazioni mediatiche rilevanti SENZA “pressare” i giornalisti, senza richiedere pubblicazioni “in cambio”, senza richiedere uno scambio.
Il giornalista che riceve i vostri comunicati e i vostri prodotti è libero di scegliere se parlare o meno di quello che gli viene presentato.
Decide lui. Non siamo noi a decidere. Semplicemente perché questo è il suo lavoro, la sua specializzazione. Noi, da fuori, possiamo solamente limitarci a proporgli dei contenuti MEDIATICAMENTE INTERESSANTI, ma l’ultima parola è del giornalista, è della redazione.
Non facciamo pressione per ottenere articoli o menzioni, non utilizziamo questo metodo. Limitiamoci a INFORMARE. Se il nostro contenuto sarà davvero interessante e rilevante  a livello mediatico, allora riuscirà a ottenere uno spazio sul media selezionato.

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Redazione

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