Lentezza o velocità nelle Digital PR?

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Lentezza o velocità nelle digital pr? Si tratta di una domanda che mi pongo sempre prima di elaborare una strategia di PR per un cliente. Una volta identificato l’obiettivo, infatti, diventa importante capire come raggiungerlo ed entro quanto si desidera arrivare ad ottenere quel determinato risultato. Ci sono dei casi, infatti, in cui la scelta migliore è quella di spingere il piede sull’acceleratore ed altri in cui, invece, si può decidere di adottare un passo tranquillo e costante. Chiaramente, è presente una differenza enorme tra queste due tipologie.

Tuttavia, credo che – in mancanza di “scadenze” particolari – la scelta da preferire sia quella di restare sintonizzati su una frequenza più lenta e in questo articolo cercherò di spiegarvi il perchè di questa affermazione.

Innanzitutto, la lentezza nelle digital pr non è un fattore negativo nella maggior parte dei casi. Tutto, ovviamente, dipende dall’obiettivo che abbiamo impostato e se vogliamo comunicare la vincita di un premio, un evento imminente o la chiusura di un finanziamento, è chiaro che la velocità dovrà essere più elevata, in quanto necessitiamo di raccogliere risultati mediatici il più rapidamente possibile. In tutti gli altri casi, però, come nel caso in cui si volesse aumentare l’autorevolezza dell’azienda o, semplicemente, approcciarsi al grande pubblico per mettere in luce le proprie caratteristiche, allora le digital PR veloci potrebbero, in realtà, non portare dei risultati efficaci.

Il fatto, in sostanza, è che il tempo non distrugge le pr, ma le coltiva e le fa crescere piano piano.

Mi piace molto pensare alle digital PR come all’attività di cura di una pianta. Per poter ottenere un risultato e vedere apparire i fiori, dobbiamo lavorare sodo tutti i giorni, bagnando la terra, stando attenti che le prime foglioline non vengano mangiate da insetti o non appassiscano. Insomma, ci sono delle azioni che vanno compiute quotidianamente per diversi mesi, prima di godere di colori e profumi straordinari. Le PR, a mio modo di vedere, seguono un processo simile. All’inizio è fondamentale tanta dedizione, bisogna impegnarsi ogni giorno, magari senza vedere risultati tangibili nell’immediato. Tuttavia, quando iniziano a sbocciare, sarà chiaro che tutto ciò che è stato fatto non è andato perduto, ma è stata la base per la costruzione di una strategia di digital PR efficace sul lungo periodo

Per comprendere meglio questo concetto, ritengo sia importante fare un esempio di velocità nelle digital pr. Immaginiamo, quindi di avere una notizia che deve essere diffusa il prima possibile; in qualche ora viene scritto un comunicato stampa, che viene poi mandato ad un grande numero di giornalisti; poche ore dopo, magari, si decide di fare un po’ di pressione, utilizzando strategie di follow up. In questo caso, considerata la presenza di una “scadenza” è essenziale il supporto di una pressione comunicativa. 

Al contrario, se non è presente una comunicazione con una data di scadenza, si può decidere di seguire la linea della lentezza. A questo punto si avrà a disposizione più tempo per permettere al giornalista di assorbire ciò che comunichiamo, revisionarlo e pensare ad una pubblicazione che possa essere vantaggiosa per noi e che, allo stesso tempo, possa rientrare nelle linee guida editoriali alle quali deve sottostare.

Inoltre, la non fretta, a volte, ci aiuta ad evitare delle brutte figure.

Ad esempio, se stiamo cercando di ottenere una rubrica gratuita all’interno di un magazine di settore, possiamo coltivare la relazione con il giornalista con più tranquillità, studiando e stabilendo un passo alla volta un contatto vincente. Non importa se le sue risposte arriveranno anche 10 giorni dopo la nostra email, in quanto possiamo permetterci di aspettare e gestire il tutto con molta calma e razionalità.

Al contrario, se si sceglie un approccio più veloce, si sarà portati a proporre la medesima rubrica a tre o quattro caporedattori di testate differenti. Sembrerebbe vantaggioso, ma chiediamoci che cosa succederebbe se ottenessimo diverse risposte affermative? E se una testata giornalistica volesse avere l’esclusiva della rubrica e la proposta è stata avanzata anche ad altri? La situazione non sarebbe affatto piacevole e porterebbe solamente ad inconvenienti evitabili facilmente, utilizzando un approccio più equilibrato e razionale.

Quando possiamo essere lenti, quindi, il mio consiglio è quello di pianificare nel modo più preciso e funzionale il tempo a disposizione per conseguire il risultato, senza pensare solamente a ottenere “tutto e subito”. Non esiste una regola che vale per tutte le situazioni, ma dipende in primo luogo dall’obiettivo. In generale, però, se non c’è una scadenza limitata nel tempo relativa ad una comunicazione, la mia scelta è sempre quella di seguire la via meno veloce. Non solo per la possibilità di costruire relazioni professionali durature e proficue, ma anche, ad esempio, per pensare e realizzare contenuti mediaticamente interessanti differenziati tra loro, con più tagli comunicativi. Si tratta di un approccio che, chiaramente, ha i suoi pro ed i suoi contro, ma devo dire che, per esperienza, la lentezza – in molti casi – ha, paradossalmente, una marcia in più.

Rimane comunque importante ricordarsi che se ciò che si vuole ottenere sono dei risultati mediatici concreti è fondamentale conoscere ed applicare le tecniche giuste per poter far sì che i giornalisti siano effettivamente propensi alla scrittura di articoli sulla nostra realtà. E il focus – per fare in modo che questo avvenga – deve essere sui contenuti.

Tutto è spiegato molto meglio ed in maniera più approfondita nel mio corso online focalizzato sulle media relations (clicca qui), al quale vi rimando per entrare più nel dettaglio in merito alle digital pr.

Avere il tempo corretto per far recepire il nostro messaggio ai contatti che abbiamo selezionato, quindi, è fondamentale.

E ricordatevi sempre che il focus delle digital pr deve essere posto sui contenuti  e sulla strategia per diffonderli nel modo più corretto (non sulla generazione di contatti).


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